Rzeszów

Il capoluogo della regione Precarpazia è il centro economico, accademico, culturale e ricreativo della Polonia sud-orientale.

Informazioni di base
Superficie
129,01 km²
Abitanti
196 726 (2023)

Rzeszów – il miracolo sul fiume Wisłok

Una pistola caricata a tabacco, una gogna lungo l’Itinerario Turistico Sotterraneo, un castello-fortezza, ville in stile secessione, l’orso Colargol nel Museo delle favole: Rzeszów ha qualcosa davvero per tutti. L’Itinerario Turistico Sotterraneo “Cantine di Rzeszów” ci porterà ben 10 metri sotto terra.

Si tratta di un percorso che mette insieme 25 cantine e 15 corridoi per una lunghezza totale di 369 metri. Un percorso all’apparenza breve ma ricco di attrazioni che arrivano addirittura al medioevo tra cui la copia di una gogna, una pistola caricata con pallottole di pepe e tabacco e delle riserve di vino Tokaj ungherese con ormai cento anni di storia. Tutte cose esposte in spazi ricchi di atmosfera, tutti costruiti in mattone rosso e ornati da portali in pietra e volte a croce. A sorpresa, dietro una delle curve del percorso c’è una porta di vetro dietro la quale fa capolino l’elegante hotel Ambasadorski, anch’esso ospitato in una cantina. L’accesso dai sotterranei si trova  sulla Piazza del Mercato, il punto da cui nel XV secolo nacque Rzeszów.

Re Casimiro il Grande aveva donato questo feudo al cavaliere e diplomatico Jan Pakosławic, che poi prese Rzeszów come nome per la sua casata. Secondo la leggenda, il villaggio che sorgeva qui prima della fondazione della città apparteneva a un certo Rzech, ma le prime tracce di civiltà risalgono ad almeno seimila anni prima.

Cosa bisogna assolutamente vedere

La Piazza del Mercato di Rzeszów costituisce il cuore della Città Vecchia caratterizzato dal caratteristico palazzo del municipio originario del XVI secolo, ma restaurato alla fine dell’Ottocento.

Al civico numero 6 della Piazza del Mercato c’è il Museo Etnografico Franciszek Kotula con una mostra chepresenta i tipici pantaloni rossi a strisce blu, i gilet ricamati delle donne di Rzeszów  e anche i vestiti bianchi ornati di filo rosso di un altro gruppo etnico della zona: i Lasoviani. Per i più piccoli c’è anche una ricca collezione di giocattoli del dopoguerra. Chi invece vuole scoprire gli eventi cittadini può scoprire il Museo di Storia di Rzeszów nella palazzina al numero 12.

Il Castello Lubomirski, oggi sede del Tribunale distrettuale, si fa notare per la sua imponente figura fortificata che originariamente avrebbe dovuto imitare il modello rinascimentale italiano del palazzo in fortezza. I suoi quattro bastioni, tutti coronati da torrette, portano nomi di santi: Francesco, Andrea, Geronimo e Maria.

Nonostante fosse ben protetto dai bastioni e da un fossato, gli invasori russi nel XVIII secolo riuscirono a entrare sfondando la strenua linea di difesa messa in atto da parte dei nobili polacchi della Confederazione di Bar. Secondo la leggenda, ci riuscirono grazie al mugnaio Ludera, che veniva regolarmente bastonato dalla sua signora Joanna Lubomirska, e che decide di vendicarsi sui suoi padroni bruciando il ponte sul fossato mentre i Confederati di Bar uscivano ad attaccare il nemico e così tagliandogli la strada per la ritirata. Curiosamente, lo stesso castello aveva resistito all’assalto dei Tartari e all’assedio svedese nelle guerre dei secoli precedenti. E sempre qui, nel settembre del 1939, i nazisti rinchiusero il tre volte primo ministro polacco Wincenty Witos per cercare di convincerlo a costituire un governo collaborazionista in Polonia. Tentativo andato a vuoto.

Vicino al castello ci sono anche la residenza estiva dei Lubomirski e poi, in viale  Pod Kasztanami, una schiera di ville in stile secessione. L’eclettico edificio numero spicca per un busto del poeta nazionale polacco Adam Mickiewicz, la villa numero 8 è un bell’esempio di stile svizzero e quella numero 10, All’insegna del Gufo, sembra un piccolo castello e dal frontone ci guarda un curioso sgraffito che rappresenta un viso-sole tondeggiante.

Chiese e favole

Le tombe dei signori di Rzeszów sono molto peculiari perché sono le uniche ornate solo dai busti dei defunti e non, come accadeva normalmente, dalla figura intera. Si trovano nella chiesa più antica della città, dedicata ai santi Stanislao e Venceslao. Le sculture sono probabilmente state eseguite nella bottega di Santi Gucci, artista del tardo Rinascimento che lavorava alla corte di Sigismondo I, Stefan Batory e Anna Jagellone.

I pellegrini vorranno visitare il convento dei Padri Bernardini e in particolare il Santuario della Madonna di Rzeszów  con una statua in legno della Vergine che ricorda le apparizioni mariane locali. Una curiosità: le corone che ornano i lunghi capelli di Maria sono state rubate molte volte.

Nella chiesa c’è anche il mausoleo della famiglia Ligęza, la casata che governò la città subito dopo i Rzeszów. Mikołaj Spytek Ligęza, mecenate del convento dei Bernardini, è sepolto sotto l’ingresso della chiesa. Fu sempre lui a inaugurare i lavori del castello, ad assicurare degna sepoltura ai membri della dinastia Rzeszów e a finanziare la costruzione di ospedali, ospizi per i poveri e chiese. Alcune di quelle chiese oggi a luglio e agosto si aprono ai visitatori per il Festival dell’Organo della Precarpazia.

Di fronte al convento, c’è il teatro Wanda Siemaszkowa, fondato nel vecchio edificio dell’Associazione Ginnastica “Sokół” dall’attrice di cui oggi porta il suo nome, molto famosa alla fine della II guerra mondiale. È un teatro dove hanno recitato due futuri grandi registi teatrali come Kazimierz Dejmek e Adam Hanuszkiewicz e oggi sulle sue scene si tengono anche gli Incontri Teatrali di Rzeszów e la Biennale internazionale della Locandina Teatrale. Il teatro inoltre ospita anche l’unica galleria permanente in Polonia di lavori del teorico del teatro d’avanguardia, pittore e scenografo Józef Szajna.

E per i più piccoli, vicino alla Piazza del Mercato, c’è il Museo delle favole della buonanotte con i personaggi più amati dei cartoni animati polacchi.

I lungofiume sul Wisłok, il corso d’acqua che attraversa Rzeszów, e la Riserva di Lisia che si trova ai confini della città sono un’ottima scelta per chi ama le attività all’aria aperta, magari su due ruote.

Ogni anno per il 3 maggio organizzano qui la Festa del Paniaga, ovvero della principale strada pedonale della citta, Via 3 maggio. Ai tempi della dominazione austriaca si chiamava via Pańska e veniva chiamata colloquialmente dagli abitanti Paniaga, da cui il nome della festa che ogni anno ha un filo conduttore diverso, ma ci si possono sempre trovare mercatini dell’artigianato, cortei di danza, concerti di artisti famosi e spettacoli.

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